
Dopo ogni crisi si auspica la rinascita. Io auguro a Venezia un futuro basato sul saper fare, sulle eccellenze, nel luogo dove l’ingegno umano ha costruito l’impossibile sull’acqua.
Tutte le città invisibili raccontate da Italo Calvino parlano di Venezia.
Ognuno può cercare la sua.
Io l’ho ritrovata a Dorsoduro, sestiere defilato dal rumore del turismo distratto.
Quando dalle Gallerie dell’Accademia mi avvio verso San Vio, ogni volta so di entrare in un’altra dimensione. Le vetrine, le gallerie, le persone: tutto mi dice che sono nel miglio della Cultura, il Museum Mile veneziano.
Sono eleganti e romantici gli scorci; quando si arriva al ponte sul luminoso Canale di San Vio, che dal Canal Grande porta fino al Canale della Giudecca, lo spazio si apre.
La luce è sempre diversa e la veduta toglie il fiato. Questo scorcio è inquadrato dalla web cam dell’Hotel American Dinesen, (nella foto) dalla quale i nostalgici di Venezia si affacciano da tutto il mondo: guardate voi stessi.




Sulla vostra destra, all’angolo, si trova Bottega Cini, il concept store di regali culturali che da giugno 2020 ospita, come nel Rinascimento, anche il mio laboratorio di “artigiana residente”.




Nel negozio si trovano i profumi ispirati alle “Mude”, gli antichi convogli di navi veneziane, di The Merchant of Venice, ma anche vetri di Murano firmati dalle migliori fornaci.
Notevoli poi la carta, fatta a mano come ai tempi dei Dogi, di Toscolano, le colorate serigrafie di Fallani, i libri di Marsilio, Linea d’Acqua e altre case editrici veneziane che raccontano la Venezia migliore.
Non dimentichiamo che la Serenissima ha dato le basi all’editoria moderna, ma a Bottega Cini si trovano anche le rinate porcellane del settecentesco marchio Geminiano Cozzi, le borse di velluto e broccato tessuto a mano della Luigi Bevilacqua, tessitura serica unica al mondo.
Bottega Cini è un grande salotto, dove si incontrano artisti e personalità, si assiste a proiezioni, presentazioni di libri, si prova un profumo e si può vedere me infilare le perline con i lunghi aghi come le impiraresse dipinte da John Singer Sargent.
Il mio è un mestiere così antico, l’infilatrice, già descritto nel 1700: si trattava di creare mazzi di minuscole perline, le conterie, allo scopo di farle viaggiare agevolmente verso terre lontane.
Io uso le stesse tecniche ma per creare adorni e gioielli.
L’arte delle Perle di Vetro è una tradizione veneziana, tanto antica quanto la memoria ricordi. Venezia, famosa per il suo vetro ospita un’intera comunità di artigiani e artisti che, ieri come oggi, si rispecchia nei luoghi, memorie, modi di dire. Un prezioso saper fare, una trama essenziale nel tessuto storico e culturale della città.
Grazie al percorso di candidatura del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane, che rappresenta i detentori dell’arte veneziani, fatto assieme ai Perlai d’Arte di Francia, l’elemento “ARTE DELLE PERLE DI VETRO” è stato inserito il 17 dicembre 2020 scorso nella Lista Rappresentativa dei beni immateriali patrimonio dell’Umanità.
Le Perle d’Arte della Museum Mile Veneziana




Se verrete a trovarci a Bottega Cini vi consiglieremo di fare visita all’adiacente Galleria di Palazzo Cini, con i suoi antichi arredi e dipinti e le sue mostre temporanee.
E poi ancora di proseguire la vostra passeggiata verso la Collezione Guggenheim, un luogo come pochi al mondo, dove ancora si respira la presenza di Peggy, definita l’ultima dogaressa, madrina di tanti artisti.
Lo spirito di Peggy Guggenheim è ovunque in queste calli, nessuno dimentica il suo carismatico apporto alla vera vocazione contemporanea di Venezia: l’Arte e la Cultura.




Negli spazi della Dorsoduro Charming House, la proprietaria Chiara Bocchini, entusiasta promotrice di eventi, in questi giorni dedica una mostra fotografica a Peggy.




Ma la dimora che fu di Peggy Guggenheim, Ca’ Venier dei Leoni, il palazzo incompiuto, è la stessa dove abitò anche la magnetica Luisa Casati.
La Marchesa di Infinita Varietà, volle fare del suo modo di vivere un’opera d’arte.
Potete immaginare di prendere la gondola con la quale solcavano il Canal Grande queste donne icone di stile, se risponderete al richiamo di un gondoliere.
Un suggerimento: al mattino potete arrivare nel cuore di Dorsoduro, dalla zona di San Marco, anche prendendo la gondola-traghetto da Campo Santa Maria del Giglio, a fianco dell’Hotel Gritti, per chi non è residente costa due euro.




Se continuate a piedi avanti verso la Punta della Dogana, passerete per il Campiello Barbaro, ornato di rose, dietro il famoso Palazzo Ca’ Dario, dai bei marmi e camini.
Vi sembrerà di rivedere Woody Allen fare jogging con Julia Roberts per le riprese del film “Tutti dicono I love You”, girato qui nel 1996.




Poco avanti, in Fondamenta Soranzo della Fornasa, ecco una bottega di Remèr, artigiano di remi e forcole, uno dei mestieri lagunari più antichi.
Di fronte ai remi e forcole di Saverio Pastor, al di là del canale, il luogo dove un malinconico Ezra Pound ha vissuto alcuni suoi giorni veneziani, ora moderno hotel, il Salute Palace.
Ma non è l’unico poeta ad aver amato questi luoghi, il saggio “Watermark” di Josif Brodskij è stato intitolato in italiano “Fondamenta degli Incurabili”, un luogo a pochi minuti da qui, anche se l’artista Robert Morgan, che espone attualmente a Bottega Cini, assicura che Brodskij non ha mai soggiornato in questa zona, e che fu lui stesso a suggerire il titolo italiano al Poeta, dato che Josif si sentiva “incurabile nell’anima”. I due erano molto amici.




Quante meravigliose storie, vero? Ma non avete ancora visitato la meraviglia mistica della Madonna della Salute, eretta per voto, a memoria perpetua dell’epidemia di peste che colpì Venezia nel 1630.
Ci arriverete dopo aver percorso una calle gremita di gallerie d’Arte e negozi d’artigianato, e sarete passati anche davanti ad uno dei più begli hotel sul Canal Grande, dove potreste volervi viziare con un pranzo o un aperitivo molto elegante: Il Sina Centurion Palace
Più in là vi aspetta la Punta della Dogana protesa nel Bacino di San Marco come una nave antica che contiene nell’architettura di Tadao Ando le mostre di Palazzo Grassi.
Vedrete anche “Il Nuovo Trionfo”, l’antico Trabaccolo ormeggiato in fondamenta, continuamente restaurato da un gruppo di volenterosi dato che è l’unico rimasto.
Qui soffiano tutti i venti della laguna qui si misura la marea. Da una parte la Giudecca e San Giorgio con il suo profilo palladiano, dall’altra Piazza San Marco con le sue glorie antiche.
Siete a Venezia, respirate la Bellezza.
***Volete scoprire Dorsoduro con un’esperta guida turistica che sappia condurvi in questi luoghi come veramente meritano di essere visitati?
Contattate Luisella Romeo, può organizzare per voi anche anche una visita virtuale online, ho provato anch’io ed è magnifico!